Il Santuario di Montevergine mamma schiavona
L'origine ufficiale del Santuario di Montevergine risale alla consacrazione della prima chiesa nel lontano 1126. Tuttavia l'ascesa di Guglielmo al monte era di qualche anno precedente. Su quelle cime impervie il Santo era andato cercando un luogo solitario pe raccogliersi in preghiera, ma fin da subito la sua fama e le sue virtù attrassero sul monte uomini e donne, discepoli e sacerdoti desiderosi di servire Dio sotto il suo magistero.
La nascita del Santuario fu quindi alquanto spontanea, Guglielmo non aveva mai pensato a una propria organizzazione monacale.
Eppure in poco tempo le persone sopravvenute sul monte per seguirlo, avviarono un'intensa attività edificatrice, cosicché furono presto pronte le prime celle per i religiosi e una piccola chiesetta.
Si trattava in verità di umili capanne tenute in piedi con un po' di malta e fanghiglia, sufficienti comunque a dare l'idea di una sorgente comunità religiosa sotto la guida del Santo. Lo stesso afflato religioso che spontaneamente aveva riunito attorno alla figura di Guglielmo una prima comunità monastica, fu alla base della scelta di dedicare la primitiva chiesa alla Madonna. Al di là di alcune credenze popolari che hanno voluto legare l'origine del Santuario a un'apparizione della Madonna, si può dunque affermare che fu proprio lo spirito ascetico mariano di San Guglielmo e dei suoi discepoli a fare in modo che sulle cime del monte Partenio si elevasse un faro di devozione alla Santa Vergine Madre di Dio.
San Gerardo Maiella
San Gerardo Maiella nasce a Muro Lucano il 6 aprile 1726 da Domenico, modesto sarto, e da Benedetta Galella.
La sua vita è costellata di eventi prodigiosi che lo vedono protagonista fin dalla tenera età: gioca con Gesù bambino e da lui riceve un panino bianco, riceve la prima comunione dall'Arcangelo San Michele.
A 23 anni, al seguito di una missione predicata dai Missionari Redentoristi scappa di casa calandosi dalla finestra e lasciando un biglietto: 'Perdonami mamma, vado a farmi Santo". Un grande amore verso Gesù Eucaristia e Gesù Crocifisso, verso la Madonna, che lo guidò nella sua breve esistenza. Uomo di preghiera svolse, come fratello coadiutore redentorista, diverse attività: portinaio, sagrestano, questuante, artista.
Umile e paziente fu messaggero di pace, di perdono e di amore nelle zone più povere della Puglia, della Basilicata e della Campania: ovunque lo accompagnavano prodigi, conversioni e guarigioni.
Si distinse per lo zelo apostolico, la pazienza nelle infermità, la carità verso i poveri, la profonda umiltà nel periodo di una infamante calunnia, l'eroica obbedienza, le penitenze e la preghiera costante. Scrisse numerose lettere di direzione spirituale e un "Regolamento di vita". Il Signore lo favorì
di carismi, tra cui la profezia, l'intelligenza dei cuori e il dono
dei miracoli.
Gli umili ed i poveri lo riconobbero come il loro santo fin dalla sua morte avvenuta in questo convento di Materdomini il 16 ottobre 1755.
Proclamato Santo da Papa San Pio X il giorno 11 dicembre 1904, è venerato come particolare patrono delle mamme e dei loro bambini, protettore delle gestanti
Abbazia del Goleto
La storia
La sua lunga storia, importante per la vita religiosa del Meridione, ma anche per quella culturale ed economica, si può sintetizzare in due periodi.
° Epoca delle monache (1135 - 1515);
° Epoca dei monaci (1515 - 1807).
Nonostante l'usura del tempo, il vandalismo degli uomini ed il susseguirsi dei terremoti, ancora oggi possiamo ammirare alcuni tesori artistici che resero famoso il Goleto, e questo grazie all'intervento del Ministero dei Beni Culturali, all'impegno della Sovrintendenza alle Belle Arti di Avellino - Salerno, alla progettazione e direzione dei lavori dell'architetto Carmine Gambardella.
Il Palazzo Abbaziale di Loreto di Mercogliano
La Biblioteca pubblica statale annessa al Monumento nazionale di Montevergine è ubicata all'interno del palazzo abbaziale di Loreto di Mercogliano e la sua storia è legata alla Congregazione monastica verginiana di Montevergine, che ha da sempre abitato il monastero sulla sommità del monte Partenio.
Quest'ordine fu fondato da un giovane pellegrino proveniente dal Nord Italia, Guglielmo da Vercelli, il quale, di ritorno dal santuario spagnolo di San Giacomo di Compostella, ridiscendeva la Penisola con l'intenzione di recarsi in Terra Santa, dove non giunse mai.
L'Arcibasilica della SS. Annunziata di Prata Principato Ultra
La Basilica sorge isolata su un pianoro a breve distanza dall’alveo del fiume Sabato e costituisce un complesso religioso di notevole interesse storico ed archeologico, in quanto venne eretta nell’altomedioevo in un’area occupata da catacombe d’età paleocristiana e dai resti di una necropoli pagana. Essa è quindi storicamente legata alle vicende più remote del Cristianesimo in Irpinia ed è il risultato di una stratificazione millenaria, frutto di una continuità devozionale ininterrotta dal II – III secolo d. C. ai giorni nostri, annoverata giustamente tra i monumenti più antichi della Campania.
In assenza di fonti documentarie certe, le notizie sugli albori e sullo sviluppo delle catacombe di Prata si intrecciano con le tradizioni nate in seno alla devozione popolare e con i racconti contenuti negli Acta sulla vita di S. Ippolisto, martire di Abellinum durante la persecuzione di Diocleziano (IV sec.). Pur tralasciando un esame sulla contiguità dei culti o sulla commistione di sepolture pagane e cristiane, tipiche di molti piccoli ipogei funerari, il complesso catacombale principale è, allo stato attuale, articolato in due nuclei, frutto di un’escavazione sotterranea, rettilinea e quasi parallela, dove compaiono arcosolii e cubicoli
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