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Storia

 

Le origini

Dopo un'assemblea delle società federali (tra le quali l'Associazione Sportiva Avellinese) tenutasi il 31 agosto 1912, nel dicembre del 1912 viene fondata l'Unione Sportiva Avellino, che fin da subito partecipa ai campionati regionali campani delle serie minori con la divisa biancoverde. Il primo, storico presidente della società irpina è Alfonso Di Marzio Capozzi, un ricco proprietario di miniere di zolfo. Le partite casalinghe vengono disputate nel campo sportivo Piazza d'Armi al centro della città di Avellino. Grazie all'ubicazione dello stadio, sia gli abitanti dei palazzi circostanti che i detenuti del carcere borbonico poterono assistere alle partite gratuitamente sino al 1970, anno dell'addio allo storico impianto sportivo per il più capiente Comunale. Nella stagione 1929-30 disputa il campionato di Terza Divisione Campana, scontrandosi con nobili decadute del calcio italiano come il Savoia (che solo pochi anni prima - era il 1924 - aveva sfiorato lo scudetto venendo eliminata solo nella finalissima dal Genoa). L'annata è positiva e, complice il quarto posto nel girone finale campano, la società irpina viene ammessa in Seconda Divisione Campana. Gli irpini continuarono a risalire la china, venendo promossi prima in Prima Divisione Campana e poi infine in Serie C.

La squadra nel 1940-41

Sicuramente a contribuire alla risalita degli irpini fu la decisione della federazione di ingrandire elefanticamente la Serie C, ammettendo più di cento squadre in Terza Serie. Nei primi due anni (1945-46 e 1946-47) i lupi non ebbero problemi a salvarsi, ma nel terzo anno la salvezza fu resa difficile da una riforma dei campionati voluta dalla FIGC per ridurre i gironi della Serie C da 18 a 4; questo voleva dire che in molti gironi solo le prime due si salvavano tranne in qualche girone in cui anche la terza si salvava; per sua fortuna l'Avellino venne collocato in un girone in cui solo le prime tre si salvavano e dunque arrivando terzo riuscì a salvarsi per un pelo.

Ottenuta la salvezza, la squadra venne rinforzata e nel campionato successivo lottò fino all'ultimo per la promozione in un emozionante testa a testa con il Catania; il Catania sembrò avere la meglio sui lupi, quando alla vigilia dell'ultima giornata di campionato (che per il Catania prevedeva un turno di riposo) la giustizia sportiva trasformò il pareggio contro l'Igea Virtus conquistato dagli etnei alla fine del girone di andata in sconfitta a tavolino, causa il tesseramento irregolare di un giocatore. L'Avellino ne approfittò agganciando in extremis la prima piazza vincendo l'ultima gara interna. Il conseguente spareggio, disputato all'Arena Civica di Milano, vide prevalere gli irpini per 1-0, ma poi la società campana fu condannata per illecito sportivo per aver pagato un premio allo Stabia per battere il Catania e per aver addomesticato allo stesso modo lo scontro diretto con gli stessi cugini di Castellamare. Scoperto l'illecito grazie alla confessione di un ex-giocatore dell'Avellino, il Catania vide riconosciute le proprie ragioni e poté festeggiare la promozione fra i cadetti, mentre i "lupi" si ritrovarono catapultati dal sogno della B alla retrocessione a tavolino in Promozione Interregionale.

 

La prima promozione in Serie B

Il "Piazza d'Armi" con alle spalle il carcere borbonico

Mentre la squadra vaga tra la Serie C e la Serie D, l'Unione Sportiva Avellino si trasforma da S.r.l. a S.p.a., precisamente il 5 luglio 1968. Il salto di qualità avviene nella stagione 1972/73, dove in seguito a un entusiasmante testa a testa con il Lecce, l'Avellino viene promosso in Serie B. Antonio Sibilia è il presidente e Tony Gianmarinaro l'allenatore. Durante questa stagione l'Avellino batte molti record: punteggio finale di 62 punti (fin allora mai ottenuto da nessuna squadra di C), 64 reti segnate, solo 18 reti subite, neanche una sconfitta in casa, dieci vittorie in trasferta, primato di incasso per la Serie C con 47.997.000 lire nella gara casalinga contro il Lecce terminata 1-0 con gol su rigore di Bruno Nobili

 

Lo storico approdo in Serie A

Lo storico tagliando per la partita della promozione in Serie A, Sampdoria-Avellino

Dopo cinque anni nella serie cadetta, nella stagione 1977/1978 gli irpini fanno il grande salto in Serie A, con Paolo Carosi allenatore, vincendo all'ultima giornata a Marassi contro la Sampdoria per 1-0, rete di Mario Piga. La vittoria con la Sampdoria fu aspramente criticata al punto tale da determinare dubbi e sospetti sul risultato finale. L'Avellino approda nella massima serie e inizia un'era che da un punto di vista sportivo darà tanto alla città e alla sconosciuta provincia meridionale.

 

Il decennio in massima serie

I festeggiamenti dopo la promozione in A


Negli anni della A si alternano momenti di entusiasmo a soffertissime salvezze. L'Avellino resta in Serie A per ben dieci stagioni consecutive e raggiunge l'ottavo posto nel 1987, che resterà il miglior piazzamento di sempre.

Nel periodo tra 1978 e 1988 l'Avellino si toglie notevoli soddisfazioni battendo squadre del calibro di Inter, Juventus e Milan, diventando la "squadra simpatia" del calcio italiano. Nell'estate del 1986, si aggiudica il Torneo Estivo, organizzato dalla Lega Calcio tra le dodici squadre di serie A non partecipanti alle semifinali di Coppa Italia.

Il momento più difficile si ha nella stagione 1980/1981, in seguito alla penalizzazione di 5 punti a causa del calcio scommesse, e al tragico evento del terremoto del 23 novembre 1980. Uno dei testimoni della tragedia, il difensore Salvatore Di Somma, ricorda l'atmosfera di quei giorni:

 

  « C'erano delle situazioni drammatiche, morti a terra, gente che tirava i propri parenti dalle macerie. C'è una cosa che però non dimenticherò mai. Una signora, a piazza Libertà, mentre piangeva i suoi cari mi disse: "Salvatore, hai visto che è successo? Però oggi che bella vittoria abbiamo fatto..." »
   

La squadra, tuttavia, riuscirà a salvarsi all'ultima giornata grazie all' 1-1 casalingo contro la Roma.

Durante questi anni transitano per Avellino tanti futuri campioni e stelle del calcio già affermate, come l'irpino Fernando De Napoli, Stefano Tacconi, Andrea Carnevale, Luciano Favero, Beniamino Vignola, Geronimo Barbadillo, Ramón Díaz, lo storico capitano Adriano Lombardi, Juary, José Dirceu, Angelo Colombo, Walter Schachner, Franco Colomba (allenatore dei lupi nella stagione 2005/2006), Paolo Beruatto, Angelo Alessio e allenatori come Vinicio, Eugenio Bersellini, Rino Marchesi e Ottavio Bianchi.

 

La doppia retrocessione

Il sogno irpino finisce nella stagione 1987/1988. I lupi arrivano penultimi a -1 dalla salvezza e retrocedono in B insieme all'Empoli. Ai fallimenti sportivi succedono le disastrose vicissitudini societarie. La proprietà del club viene rilevata dalla Bonatti, società satellite della Parmalat di Callisto Tanzi. La gestione viene affidata a Pierpaolo Marino, che però, nell'estate del 1991, dopo aver fallito per tre stagioni di fila, decide di lasciare l'incarico a Gaetano Tedeschi. Per le sorti dell'Avellino non cambia nulla: arriva, infatti, la retrocessione in serie C1 (ultimo posto in serie B) con l'allenatore Ciccio Graziani nel 1992.

 

Gli anni bui della C

Dopo 2 anni negativi in Serie C1, nel 1995 Antonio Sibilia torna presidente e sembra tornare la luce con la promozione in Serie B ai play off contro il Gualdo. Ma è solo un'illusione. A nulla servono le 19 reti di Pasquale Luiso nel 1995/1996. Gli irpini giungono terz'ultimi e tornano in serie C1. Vi restano per 7 stagioni in cui più volte la società rischia il fallimento. Il definitivo addio di Sibilia, nell'estate del 2002, permette al duo Massimo Pugliese-Aniello Aliberti di rilevare il club biancoverde. La squadra arriva ai play-off, ma la società è allo sbando dopo il solo girone di andata. Alla fine la spunta Pasquale Casillo, ex patron del Foggia, che sale ai vertici dell'Avellino.

I Presidenti
I Presidenti        
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Risalite e cadute

Nel 2003 con la proprietà di Pasquale Casillo, il "re del grano", vincono il campionato e tornano nei cadetti. I protagonisti di questo campionato vinto sono il capitano Simone Puleo, il portiere Domenico Cecere, Raffaele Biancolino, Gigi Molino, e l'allenatore Salvatore Vullo.

Ma, dal punto di vista societario, continuano le problematiche. Quelli della gestione Casillo, sono due anni di fortissima tribolazione. Casillo viene coinvolto in un procedimento giudiziario, avviato da una denuncia di Aliberti. Ne fa spese il calcio, con l'Avellino che arriva ad un passo dal fallimento e la Salernitana di Aliberti che scompare solo due anni dopo. La gioia per la promozione in B è, così, subito cancellata. Dopo appena un anno, con Zdenek Zeman in panchina (nell'anno della B a 24 squadre), arriva anche l'umiliante retrocessione in C1. Uniche note lieti della stagione sono le 15 reti del bielorusso Vitali Kutuzov e la vittoria in rimonta contro i rivali salernitani per 2-1 con le reti ai minuti 89° e 91° del capocannoniere irpino.

Nell'estate 2004 cambia ancora proprietà. La società è rilevata dai fratelli Pugliese, con in panchina Antonello Cuccureddu, sostituito poi da Francesco Oddo, che guida la squadra alla promozione in B grazie alla vittoria del 19 giugno 2005 per 2-1 contro il favoritissimo Napoli nella finale dei play-off grazie alle reti di Raffaele Biancolino e del terzino bomber Vincenzo Moretti.

Nel 2005-06 l'Avellino, piazzatosi al quart'ultimo posto in B, è nuovamente retrocesso in C1 dopo la disputa del play-out con l'AlbinoLeffe. La partita di andata, giocata a Perugia il 3 giugno 2006 per la squalifica del campo dei campani, è terminata con la vittoria per 2-0 dell'AlbinoLeffe, mentre il ritorno, disputatosi a Bergamo il 7 giugno 2006, ha visto l'inutile vittoria dell'Avellino per 3-2. Nel campionato 2006-07 in Serie C1 l'Avellino centra subito la promozione in Serie B. Infatti, nonostante i 2 punti di penalizzazione la squadra si classifica seconda dietro il Ravenna ed accede ai play-off. Poco prima della fine della stagione regolamentare la società esonera l'allenatore Giuseppe Galderisi sostituendolo con Giovanni Vavassori. L'Avellino passa il 1° turno contro il Taranto (1-0 per il Taranto all'andata; 1-0 per l'Avellino al Partenio con rete di Vincenzo Moretti nel finale) e nella finale supera il Foggia ribaltando la sconfitta dell'andata (0-1) con i gol di Rivaldo (allo scadere del tempo regolamentare), Evacuo e Biancolino. Il successivo campionato di serie B vede ancora una volta una stagione difficoltosa per la squadra irpina che, dopo un tormentato precampionato con l'addio di ben due allenatori, Giovanni Vavassori e Maurizio Sarri, viene affidata all'allenatore aretino Guido Carboni che, tuttavia nel marzo 2008, paga con l'esonero gli scarsi risultati raggiunti, rimpiazzato dal giovane allenatore Alessandro Calori. Nonostante l'arrivo del nuovo tecnico e qualche risultato positivo (3-1 in casa contro la sorpresa Pisa), la squadra irpina si classifica quartultima con un distacco troppo elevato da chi la precede per disputare i play-out. Fortunatamente però gli irpini non retrocederanno, per via della mancata ammissione del Messina, non iscritta per mancanza di fondi necessari a completare l'iscrizione, partecipando così alla stagione 2008-2009 di Serie B.

 

Organigramma societario

  • Presidente: Marco Pugliese
  • Amministratore unico: Massimo Pugliese
  • Segretario generale: Antonio Loschiavo
  • Consulenta area tecnica: Vincenzo Giuffré
  • Responsabile medico-sanitario: Francesco Cerullo
  • Team manager: Giovanni Di Cristofaro
  • Area comunicazione: Attilio Lieto
  • Segretario sportivo: Tommaso Aloisi
  • Amministrazione e finanza: Aniello Carrino
  • Addetto agli uffici di gara: Guerino Gazzella
  • Strutture sportive: Marciano D'Avino
  • Responsabile biglietteria: Giuseppe Musto
  • Settore giovanile: Vincenzo Federici
  • Organizzazione gare: Angelo Lanzetta
  • Autista: Amerigo Gengaro
  • Magazziniere: Vergenino Del Gaudio

 

Staff tecnico [modifica]

  • Allenatore: Salvatore Campilongo
  • Collaboratore: Roberto Bruni
  • Allenatore dei portieri: Franco Cotugno
  • Preparatori atletici: Fausto Russo, Pietro La Porta
  • Medico sociale: -
  • Massaggiatori: Alessandro Grassi, Giuseppe Calò

 

La tifoseria

  « L'Avellino può cambiare squadra, allenatori, tutto, ma il pubblico, con quel pubblico che li trascina dall'inizio alla fine, giocare al Partenio sarà sempre difficile per tutti »
 
(Dino Viola, presidente della Roma degli anni '80)

Coreografia della Curva Sud durante la finale playoff contro il Napoli

L'Avellino vanta, in proporzione alle dimensioni del proprio bacino di utenza, un seguito di tifosi molto numeroso. Sebbene lo zoccolo duro degli ultras irpini sia in città, anche nell'hinterland (Atripalda, Solofra, Mercogliano) e soprattutto nei paesi dell'Alta Irpinia, l'amore per la maglia biancoverde coinvolge un gran numero di supporters. La passione intorno a questa squadra scoppiò in maniera prorompente sin dai primi anni del dopoguerra, fino a raggiungere l'apoteosi durante il decennio in massima serie. Quella avellinese è stata, ed è tuttora, una tifoseria capace di fare grandi numeri e di competere alla pari con piazze molto più grandi; soprattutto in trasferta ha uno zoccolo duro abbastanza numeroso che garantisce sempre buone presenze al seguito dei lupi, a prescindere dai risultati. L'Avellino vanta numerosi tifosi anche fuori regione, in particolare nel centro-nord dove molti avellinesi sono emigrati per ragioni lavorative o di studio.

Striscione di benvenuto degli ultras sambenedettesi, lasciato fuori il settore ospiti per gli amici irpini

Le rivalità più accese sono per la maggior parte con squadre campane: Napoli, Salernitana, Benevento e Juve Stabia su tutte. Anche fuori regione, tuttavia, ci sono stati in passato e non solo screzi con i tifosi di Foggia, Catania, Bari, Taranto, Pescara, Verona e molte altre. Durante la permanenza in Serie A si instaurò un gemellaggio con la tifoseria della Juventus che verrà poi sciolto insieme ad altri (Messina, Cavese, Nocerina) a cavallo tra gli anni '90 e 2000, per decisione del direttivo curva Sud avellinese. Ad oggi, l'unico gemellaggio ufficiale dell'Avellino rimane quello con la Casertana, anche se permangono rapporti di amicizia e rispetto con Cavese, Nocerina, Sambenedettese, Atalanta e Messina.

 

 

Cronistoria

Cronistoria dell'Unione Sportiva Avellino
  • 1912: Nasce l'Unione Sportiva Avellino.
  • 1912-43: Partecipa ai campionati regionali campani.
  • 1929-30: 3° nel Girone B di Terza Divisione Campana. 4° nel Girone Finale Campano. Ammessa in Seconda Divisione Campana
  • 1930-31: 4° in Seconda Divisione Campana.
  • 1931-32: 9° in Seconda Divisione Campania
  • 1944: Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945-46: 10° nel girone D Campania e Lucania di Lega Sud di Serie C.
  • 1946-47: 3° nel girone B Puglie di Lega Sud di Serie C.
  • 1947-48: 3° nel girone A di Lega Sud di Serie C.
  • 1948-49: 1° nel girone D di Serie C. Retrocesso in Promozione Interregionale per illecito sportivo.
  • 1949-50: 2° nel girone M di Lega Sud di Promozione Interregionale. Promosso in Serie C.
  • 1950-51: 15° nel girone D di Serie C. Retrocesso in Promozione Interregionale.
  • 1951-52: 4° nel girone M di Promozione Interregionale.
  • 1952-53: 1° nel girone finale di IV Serie.
  • 1953-54: 3° nel girone G di IV Serie.
  • 1954-55: 11° nel girone H di IV Serie.
  • 1955-56: 5° nel girone H di IV Serie.
  • 1956-57: 5° nel girone H di IV Serie.
  • 1957-58: 12° nel girone C di IV Serie.
  • 1958-59: 3° nel girone H di IV Serie. Promosso in Serie C.
  • 1959-60: 13° nel girone C di Serie C.
  • 1960-61: 18° nel girone C di Serie C. Retrocesso in Serie D.
  • 1961-62: 1° nel girone F di Serie D. Promosso in Serie C.
  • 1962-63: 18° nel girone C di Serie C. Retrocesso in Serie D.
  • 1963-64: 1° nel girone E di Serie D. Promosso in Serie C.
  • 1964-65: 7° nel girone C di Serie C.
  • 1965-66: 4° nel girone C di Serie C.
  • 1966-67: 2° nel girone C di Serie C.
  • 1967-68: 7° nel girone C di Serie C.
  • 1968-69: 10° nel girone C di Serie C.
  • 1969-70: 13° nel girone C di Serie C.
  • 1970-71: 16° nel girone C di Serie C.
  • 1971-72: 12° nel girone C di Serie C.
  • 1972-73: 1° nel girone C di Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1973-74: 13° in Serie B.
  • 1974-75: 16° in Serie B.

 

Campionati nazionali [

Categoria  ↓ Partecipazioni  ↓ Debutto  ↓ Ultima stagione  ↓

A
10 1978-1979 1987-1988

B
14 1973-1974 2008-2009

C
29 1945-1946 2006-2007

D
11 1949-1950 1963-1964

In 64 stagioni sportive a partire dalla ripresa agonistica del secondo dopoguerra. Nei suoi primi tre decenni di attività, l'Avellino non era mai andato oltre l'agonistica a livello regionale in Campania.

 

I capitani

Adriano Lombardi (1976-1982), Salvatore Di Somma (1982-1985), Franco Colomba (1985-1988), Antonio Marasco (1993-1996), Simone Puleo (2002-2007), Stefano De Angelis (2007-2008)

 

I migliori marcatori

Raffaele Biancolino (2003-2007 serie B-C1) 51 reti, Lucio Muiesan (1964-1966 serie C1) 32 reti, Salvatore Fresta (1992-1995 serie C1) 31 reti, Alessandro Pellicori (2002/2003 + 2007/2008 serie B, C1) 25 reti, Ramon Angel Diaz (1983-1987 serie A) 22 reti, Pasquale Luiso (1995/1996 serie B) 19 reti, Giuliano Musiello (1975/1976 serie B) 18 reti, Orazio Sorbello (1989/1991 serie B) 18 reti, Gigi Molino (2002/2003 serie C1) 18 reti, Tomas Danilevičius (2005/2006 serie B) 17 reti, Vitalij Kutuzov (2003/2004 serie B), 15 reti.

 

Rosa 2008-2009

N.   Ruolo Giocatore
1 Bandiera dell'Italia P Raffaele Gragnaniello
3 Bandiera dell'Italia D Andrea Gaveglia
4 Bandiera dell'Italia C Fabrizio Romondini
5 Bandiera del Brasile D Rodrigo Defendi
6 Bandiera del Senegal D Diaw Doudou
7 Bandiera della Francia A Willy Aubameyang
8 Bandiera dell'Italia C Francesco Dettori
11 Bandiera dell'Italia A Marco Ascenzi
14 Bandiera dell'Italia C Vincenzo Pepe
15 Bandiera della Francia C Djamel Mesbah
16 Bandiera dell'Italia C Michele Forani
18 Bandiera del Brasile C Anderson de Oliveira Babù
19 Bandiera dell'Italia A Roberto De Zerbi
20 Bandiera dell'Italia C Nicola Ciotola
 
N.   Ruolo Giocatore
21 Bandiera dell'Italia D Marcello Gazzola
22 Bandiera dell'Italia P Riccardo Tomeo
23 Bandiera del Camerun D Antonio Ghomsi
24 Bandiera dell'Italia C Mario Pacilli
25 Bandiera dell'Italia P Daniele Padelli
26 Bandiera dell'Ungheria D Tamás Vaskó
27 Bandiera dell'Ungheria C Vladimir Koman
29 Bandiera dell'Italia C Raffaele De Martino
30 Bandiera del Ghana D Desmond Kouassi N'Ze
31 Bandiera dell'Italia C Domenico Di Cecco (C)
33 Bandiera dell'Ungheria C Lóránd Szatmári
77 Bandiera dell'Italia D Marco Pecorari
99 Bandiera dell'Italia A Ferdinando Sforzini

 

Giocatori celebri [modifica]

 

Note

  1. ^ http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieB/Primo_Piano/2008/07_Luglio/25/avellino.shtml

 

Bibliografia Alfonso Carpenito e Leondino Pescatore, Avellino: una squadra, una storia (1912-1985), Poligrafica Ruggiero Editore, Avellino, 1985

 

Collegamenti esterni [modifica]

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